Glauber, Claro

Il film delinea un ritratto del più grande regista brasiliano, Glauber Rocha, durante l’esperienza italiana da esiliato. Girato nelle stesse location romane del suo film CLARO (1975), il documentario indaga l’esperienza di Rocha e di un’intera generazione, affrontando temi in più estratti che si sovrappongono: il backstage di Claro e la sua rilevanza storica, cinema underground, neorealismo, nuovo cinema, anni 70, militanza politica, utopia, post colonialismo, rivoluzione rivelando fatti inediti che culmina nella rabbiosa esplosione contro la Mostra di Venezia.

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El manà del Cielo

Persone provenienti da diversi settori della società cubana affrontano situazioni sanitarie critiche che mettono in pericolo la loro vita o quella di un familiare stretto. Con l’aiuto della loro spiritualità, la pratica dei riti ancestrali della Santeria o, semplicemente, con la forza della loro fede, hanno raggiunto o stanno raggiungendo la guarigione, con sorpresa della medicina convenzionale.

Traser


In prima linea

La front line raccontata attraverso l’obiettivo di tredici fotoreporter, che con i loro scatti hanno mostrato l’inferno, gli orrori, le sofferenze e le cicatrici indelebili della guerra. Le voci, le fotografie e i ricordi di uomini e donne diventano le tappe di un viaggio fisico ed emozionale tra passato e presente. Perché la prima linea non è solo dove si spara e cadono le bombe, ma ovunque si “combatte” quotidianamente per la sopravvivenza.

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El laberinto de las lunas

L’universo delle persone travestite che hanno come filo conduttore nella storia, la maternità in tutto il suo significato e le infanzie trans. Karla Ojeda (48) e Maira Ramírez (50), due travestiti che hanno adottato, e Gabriela Mansilla (42) madre di una ragazza trans, ci offrono le loro testimonianze di vita; le storie si intrecciano con canzoni e poesie di Susy Schok artista trans, poetessa e scrittrice. Identità, un vero labirinto che dipende da una costruzione personale.

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Transumanze

Il film racconta la grande migrazione dei pastori sardi in Toscana degli anni ‘60. Una storia italiana poco raccontata di lavoro, conflitti sociali ed emancipazione nel passaggio dalla mezzadria all’industrializzazione.

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I ritmi del Gelbison

Il documentario attraverso gli studi sul campo, le interviste e le registrazioni di “suonate” e danze tradizionali, si è riusciti a raccogliere e a studiare rituali ed espressioni socio-culturali di un’ area geografica caratterizzata dalla presenza del Sacro Monte Gelbison, che con i suoi 1700 metri circa sul livello del mare è quarta montagna più alta in Campania. Il suo nome deriva dall'espressione saracena “Gebil-el-Son” che vuol dire “Monte dell’Idolo.

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Pane Nostro 2

Un viaggio esperienziale nell’anima più intima dei borghi. Un forma diretta di raccontare il fattore d’identità culturale di Trentinara borgo della provincia di Salerno in Campania. Il Mediterraneo Video Festival ha prodotto questo lavoro durante il festival viaggiando con le persone e incontrando le realtà più significative dei luoghi visitati ,in punta di piedi, per tracciare il senso della visita il viaggio come scambio come conoscenza.

 


Ritratti dal Cilento, Storie di Alici

 

La storia di un piccolo gruppo di pescatori che con un minuscolo equipaggio si muove dal tramonto a notte fonda, silenziosamente, inseguendo la corsa delle alici verso la luna.Una tecnica di pesca antichissima, un tempo diffusa su tutte le coste del Mediterraneo, che sopravvive oggi soltanto a Marina di Pisciotta nel Cilento.

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Il segno del Fusillo

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È un documentario che mette a fuoco la gestualità del rito del fare la pasta a mano di alcune donne di Felitto (SA), dove si pratica la lavorazione artigianale del fusillo.

I protagonisti principali sono Caterina un’anziana signora che racconta la sua storia che è poi anche la storia del villaggio in cui vive, Vito un anziano contadino che vive in solitudine nella sua  casa di  campagna dove lavora con l’incudine, il ferro utilizzato per la lavorazione della pasta.


Dima Punk

Stof ha scelto di essere un punk a Casablanca e di mantenere il suo stemma nonostante tutte le probabilità. Lo abbiamo seguito per otto anni, dai concerti ai lavoretti. Ha pagato a caro prezzo la sua indipendenza quando si è trovato arrestato e imprigionato per undici mesi. Rimarrà Dima Punk, sempre punk?

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